IL
TRATTO DI CREPIEUX-JAMIN:
LA
PRESSIONE DELL’ENERGIA VITALE
“Il tratto è
quell’orma che il suo autore lascia sulla spiaggia della sua esistenza”
(J.Taiocchi)
Lo studio del tratto grafico è stato
approcciato inizialmente con l’analisi della Pressione da parte del grafologo
francese Crepieux-Jamin, e successivamente sviluppato ed arricchito da altri
grafologi come Hegar, Pophal, Wieser che ne hanno approfondito altri interessanti
aspetti.
Il tratto è in effetti il riflesso più
autentico ed inimitabile della personalità, “il primo testimone della salute
della scrittura”.
Questo non è influenzato dal livello di educazione o culturale dello scrivente.
E’ indipendente dall’influenza intellettiva volontaria, è, infatti, “quanto di
più autentico e primitivo vi sia nella scrittura”. Il tratto è “l’essenza dell’essere”, scrive
Hegar, “ed è determinato dagli strati più profondi della nostra personalità”.
La colata d’inchiostro disegna
l’impronta digitale dello scrivente, che lascia traccia di sé sullo spazio del
foglio, una traccia palpabile oltre che visibile.
Quest’impronta si rende visibile
all’interno di uno spazio vuoto, di solito un foglio, definito pertanto “spazio bianco”, carico di tutte le possibilità
di espressione. Questo spazio con cui si deve relazionare l’autore dello
scritto traduce un doppio significato simbolico:
-
lo
spazio esterno con cui la persona si relaziona e confronta, l’ambiente. Spazio
in cui la persona si identifica e viene identificata;
-
lo
spazio interno con cui la coscienza deve confrontarsi, l’inconscio. Il
conscio e l’inconscio si troveranno in costante dialogo per esprimersi ognuno
secondo la propria forza.
E’ proprio in questo spazio che si
muovono e si proiettano le energie che animano l’individuo. In termini
fisiologici, tali energie si riversano nello “spazio bianco” attraverso
l’impugnatura della penna e la forza grafica impressa sul foglio: tutte le
tensioni e le forze di tutto il corpo si trasmettono alla mano e di conseguenza
allo scritto. Questa pressione esprime la forza energetica, o energia vitale,
che lo scrivente possiede.
“Nell’espressione
grafica c’è sempre un’espressione di energia che prende intensità specialmente
dalla sfera vitale;
la pressione è pertanto,
nel senso primario, una manifestazione dell’impulso,
ma in nessun modo della
volontà cosciente”
(Max Pulver)
La forza, ma soprattutto l’Energia è
un concetto con il quale si sta familiarizzando. Sta entrando non solo nel
vocabolario comune, ma impregnando la cultura stessa. L’energia è intangibile,
invisibile, ma se ne possono apprezzare gli effetti. L’energia del vento la
possiamo constatare guardando l’albero che si muove. Così come qualsiasi oggetto
senza energia non funziona. Allo stesso modo il nostro organismo senza energie
è un corpo inerte, senza vita.
L’energia è quella forza
indispensabile a sostenere la vita!
Ecco perché viene chiamata “energia
vitale”, quella forza che circola nel nostro organismo, che si
distribuisce a tutti gli organi, mantenendo e nutrendo tutte le funzioni
psichiche e fisiche. E’ il carburante che sostiene la nostra crescita,
l’evoluzione, la guarigione. E’ quel combustibile interiore già noto alle
millenarie culture orientali con il nome di Qi (in Cina) o di Prana
(in India), e sviluppato da Jung sotto il concetto di Libido, e che può essere forte, debole o bloccata nel suo naturale
flusso.
“Per Jung la libido non
è, come per Freud, specificamente sessuale,
ma equivale alla
totalità dell’energia
di cui la sessualità
costituisce solo una parte”
(Ania Teillard)
L’energia è misurabile dosando la
quantità di forza che sprigiona, e la percepiamo in una stretta di mano
vigorosa o spenta. Quella stessa mano che impugnando una penna scarica sul
foglio la sua forza, imprimendo una pressione ad essa proporzionale.
La pressione è l’unica caratteristica
grafica che può essere percepita realmente solo sul manoscritto originale, La
sua valutazione su una copia sarebbe limitata quanto valutare la forza di una
stretta di mano in una fotografia.
“La pressione appare
come la prima manifestazione grafica:
diviene materia del
tratto,
prima ancora che esista la forma”
(Robert Olivaux)
La pressione grafica si può percepire
già negli scarabocchi dei bambini, prima ancora che imparino a scrivere. Essa
infatti non è controllata dalla ragione, né possiede un contenuto
intellettuale, bensì veicola l’energia vitale pura, che spesso si traduce in
emozioni e passioni.
E ciò
indipendentemente dal livello di istruzione, o dalla cultura linguistica.
Come valutare allora il livello
energetico, la vitalità, la volontà e la determinazione, la capacità di sopportare
lo stress, la passione nel partecipare alla vita, in definitiva le potenzialità
energetiche, attraverso la grafologia?
L’impronta di tale energia vitale è
palpabile nel retro del manoscritto. Se passando le dita sul retro del foglio
ne percepiamo i rilievi diremo che la mano ha appoggiato con determinazione ed il
tratto si definisce “appoggiato”. Se non percepiremo questa ruvidità a tergo,
significa che la mano ha vergato la scrittura con leggerezza, ed il tratto si
definisce “leggero”.
La pressione non rappresenta un valore
sempre costante durante la vita, ma può variare. Dipende infatti dall’energia
fisica e psichica che in taluni momenti della vita può esprimere carenze o
eccitazioni. In particolar modo, dal
punto di vista analogico, la pressione è il risultato dell’incontro, sereno o
conflittuale, tra l’ambiente esterno e l’ambiente interno inconscio.
Essa è quindi in rapporto diretto con
il bisogno di radicarsi nella realtà, con la necessità di concretezza,
d’azione, di realizzazione materiale, di espressione del Sé, o di necessità di
resistere ad un ambiente percepito come ostile. Tale contrarietà può essere
percepita come proveniente dall’esterno, ma in egual modo dal mondo interiore i
cui contenuti rimossi possono premere eccessivamente per emergere ed essere
vissuti come attacco alla stabilità del Sé.
Quali significati si attribuiscono ai
diversi tipi di pressione?
LA
PRESSIONE MARCATA, O “APPOGGIATA”, indica la tendenza diretta della personalità
a cercare un forte radicamento sul piano del mondo fisico, al fine di trovare
una propria realizzazione materiale, poiché l’individuo ha la forza necessaria
per agire nel mondo e desidera esercitarla. Questa pressione esprime l’azione
sul piano materiale.
Analogicamente lo scrivente vuole
esercitare una pressione sull’ambiente e lasciarvi il segno, partecipando alla
vita in modo attivo e deciso.
Chi ha una pressione marcata, possiede
una buona dose di energia vitale, che gli permette di sostenere ritmi
stressanti, di affrontare sforzi importanti. E’ una persona dinamica, con la
necessità di muoversi e scaricare sull’ambiente il pieno di energie, a volte
anche bruscamente e ostinatamente. Fortemente coinvolto, passionale e
determinato ama andare dritto al sodo, al concreto, senza troppe elucubrazioni
mentali o giri di parole. Non è spiccatamente sensibile e disponibile ad
ascoltare le necessità altrui, ama invece agire, e spesso di sua iniziativa,
anche a costo di scontrarsi con le idee altrui, e lottando per difendere, e
talvolta imporre, le proprie. La sua determinazione, volontà di vivere ed
essere attivo, uniti alla sua forte costituzione psico-fisica, sono qualità che
gli garantiscono una robusta salute, e la capacità di riprendersi rapidamente
dalle malattie.
Secondo diversi studi che
approfondiscono gli aspetti di personalità si associa una pressione marcata
prevalentemente nei seguenti casi:
·
Freud:
stadio Fallico
·
Jung:
funzione Sensazione, Sentimento
·
Ippocrate:
tipologia Biliosa, Sanguigna o Linfatica
·
Saint-Morand:
Marte, Giove, Sole, Terra
LA
PRESSIONE LEGGERA,
indica invece una personalità sensibile, delicata, timida, talvolta incerta sulle
proprie potenzialità. Non vive attivamente per mezzo dell’azione sul piano
materiale, ma con una modalità passiva, attraverso la percezione sul piano mentale,
o spirituale.
Non ama mostrarsi, né coinvolgersi, ma
piuttosto stare ad osservare, a percepire. Attenta ai movimenti più sottili
delle cose, orientata più sugli aspetti psichici che non fisici. La persona
sarà prevalentemente portata per
attività intellettuali piuttosto che pratiche. Infatti l’energia
quantitativamente è scarsa, con difficoltà a sopportare sforzi prolungati,
stress, ed una salute più cagionevole. Facilmente stancabile, soprattutto in un
ambiente ostile, che non affronta aprendo conflitti, ma sottraendosene. La sua
ricettività al mondo esterno lo predispongono all’empatia ed alla compassione
verso l’altro, ed allo stesso tempo a subire le influenze e gli stimoli del
mondo che lo circonda. L’orientamento delle sue energie è prevalentemente
introspettivo, entrando in empatia anche con il proprio ambiente intimo,
vivendo in un proprio mondo mentale, di immaginazione, riflessione,
idealizzazione, spiritualismo ed intuizione. La sua sensibilità ed intuizione predispongono
alle capacità premonitive. Ha fede e crede anche in ciò che non è visibile né
tangibile. A volte potrebbe diventare suggestionabile.
Secondo studi sulla personalità, si
può associare una pressione leggera prevalentemente nei seguenti casi:
·
Freud:
stadio anale
·
Jung:
funzione Pensiero e Intuizione
·
Ippocrate:
Tipologia Nervosa
·
Saint-Morand:
Mercurio, Luna, Saturno, Venere
In conclusione, possiamo “toccare con
mano” come la pressione esprima la contraddizione e la polarità che sottendono
l’energia vitale: materia/spirito, azione/percezione, movimento
cetrifugo/centripeto. Una dualità affascinante che descrive il tormento ed i
contrasti che la persona affronta durante il suo percorso evolutivo, vissuto
attraverso la mente, il corpo, le emozioni e lo spirito.
Jennifer Taiocchi
BIBLIOGRAFIA:
Ania
Teillard, “L’anima e la scrittura”, Ed.
Bollati Boringhieri, Torino 1985
Paola
Urbani, “Interpreta la scrittura”, Ed. Franco Angeli, Milano 1996
Nicole Boille,
“Il gesto grafico, il gesto creativo”,
Ed.Borla, Roma 2006
Florence
Witkowski, “Psicopatologia e scrittura”,
Ed. Epsylon 2012
W.Hegar, “Graphologie par le trait”, 2° ed., Ed.Vigot, Parigi 1962