lunedì 18 maggio 2015

I QUADERNI STIMOLANO L'INTELLIGENZA DEI BAMBINI






Neurologi e psicopedagogisti allertano sul rischio di sostituire i quaderni con le nuove tecnologie.

E’ impressionante la facilità con la quale i più piccoli si adattano all”era digitale”. I più svegli, a soli tre anni sono capaci già di digitare il loro nome sul cellulare dei loro genitori e di inviarlo, insieme a numerose icone, con whatsapp, con orgoglio dei loro progenitori. Gli stessi programmi educativi promuovono sempre più l’utilizzo delle nuove tecnologie, in tal modo il tablet incomincia ad essere uno strumento altrettanto abituale come lo è sempre stato il quaderno.


Apparentemente, si potrebbe pensare che in questo modo imparano prima a riconoscere le lettere e sembrerebbe che le lunghe ore che le generazioni anteriori hanno investito in calligrafia siano di troppo. La rapidità con la quale i computer entrano nelle aule riduce il tempo con il quale i bambini devono sforzarsi a scrivere a mano. Però, questo ha ripercussioni sul rendimento scolastico?

Neuroscienziati e psicopedagogisti se lo chiedono. Scrivere a mano ha i suoi vantaggi rispetto all’uso della tastiera. Tra questi, facilita un miglior riconoscimento dell’ortografia, una maggior fluidità delle idee al momento di stendere un elaborato scritto, miglior capacità di lettura e, inoltre potenzia la memoria.

Gli studi di neuroimmagine evidenziano che il cervello si attiva maggiormente quanto si scrive piuttosto che quando si digita. Nel primo caso si crea una rappresentazione interna delle lettere che coinvolge l’integrazione delle aree visive e motorie del cervello. Inoltre, si attivano aree relazionate con la ortografia, suono e significato delle parole. Queste aree si fondono con altre fondamentali nella produzione e comprensione del linguaggio, così come nella comprensione della lettura, ciò potrebbe spiegare le abilità che si potenziano con la scrittura.
Al contrario, quando i bambini si limitano a digitare, stanno semplicemente rappresentando nel loro cervello una mappa della tastiera, secondo uno studio dell’Università Indiana pubblicato in “Frontiers and Psychology”.

Maggior sforzo mentale
Imparare a scrivere a mano è un processo più complesso che digitare alcune lettere ed esige un maggior sforzo da parte del cervello. E’ necessario fare una rappresentazione mentale delle lettere che si dovranno scrivere, e ciò suppone un maggior sforzo mentale che nel lungo tempo è più proficuo, spiega Juan Lupiañez, direttore del gruppo di Neuroscienze Cognitive dell’Università di Granada. I caratteri che i bambini si sforzano di mettere per iscritto non sono sempre uguali, come quelli della stampante, e anche questo li aiuta a generalizzare e ad interiorizzare i caratteri essenziali con i quali si rappresenta ogni lettera, indipendentemente dalla destrezza con la quale si rappresenti, aggiunge. Questo apprendimento così profondo che propizia la scrittura li aiuta successivamente a riconoscere meglio i segni che leggono, e per questo anche la comprensione scritta aumenta.
E i vantaggi si estendono ben oltre i primi anni.  Prendere nota con un computer è meno efficace per l’apprendimento che farlo a mano, secondo uno studio pubblicato nella rivista “Psychological Science”. 

Coloro che prendono appunti a mano hanno un apprendimento più profondo dei concetti, mentre coloro che digitano hanno un ricordo più letterale, ma meno memoria degli aspetti concettuali importanti della lezione, appunta Lupiañez, che lo ha provato con i suoi alunni.
“Quando scrivi a mano non prendi nota di tutto, perchè non c’è il tempo. In cambio, fai molti processi di integrazione e selezione di ciò che è importante ed elabori il contenuto”.

“E’ preferibile la scrittura a mano perché attiva più aree cerebrali”
Spiega. Al contrario, la tastiera facilita una scrittura molto più rapida, perciò la tendenza è quella di prendere appunti alla lettera, senza processare molto l’informazione. “A mano il processo è più dinamico, poiché collochi frecce e vai integrando l’informazione che raccogli, qualcosa che è più difficile fare con il computer”, spiega Lupiañez.
In ogni caso, segnala, l’importante è l’uso che si faccia del computer, che può essere molto utile se si utilizza adeguatamente, perché evita di memorizzare dati che si possono cercare in internet, però esige avere le idee chiare per sapere come trovarli. 

“L’importante non è la scrittura a mano rispetto al computer, ma piuttosto che a mano processiamo l’informazione in modo molto più attiva rispetto all’uso della tastiera. Affinché il cervello apprenda devi sfidarlo, metterlo al limite di ciò che conosce e ciò che non conosce. E’ in questo modo che va acquisendo nuova conoscenza in modo solido”, conclude.

Anche il psicopedagogista Pablo Canosa difende la scrittura a mano, poiché “è sempre preferibile un processo che attivi più aree cerebrali, poiché provoca miglior apprendimento, più profondo e duraturo”. “Scrivendo a mano – spiega -, i movimento che dobbiamo realizzare lasciano un’impronta motoria nel cervello che facilita successivamente in riconoscimento delle lettere e delle parole. Cioè, aiuta un miglior apprendimento della lettura”. Secondo Canosa, professore nel Centro Universitario di Villanueva di Madrid e vicedirettore didattico, “la rappresentazione di ogni lettera, della sua grafia, si fissa molto meglio scrivendo a mano che digitando sulla tastiera”.

Con la grafo motricità, aggiunge, si sviluppa la discriminazione uditiva e visiva, l’organizzazione spazio-temporale, la corretta pressione e prensione dello strumento di scrittura e la padronanza della mano, tra le altre abilità.
“Imparare a scrivere non solo implica imparare le lettere e i numeri, ma anche le abilità come il controllo motorio, la memoria e la capacità di processare pensieri coerenti in un ordine logico”, sostiene Carmen Pascual, la direttrice scolastica della scuola primaria Padre Coloma di Madrid.

Scrivendo a mano, fa notare, “si pensa di più a ciò che si sta dicendo”. “La buona calligrafia riflette ordine, e non solo nella scrittura, ma ordine nel risolvere i problemi della vita”, sostiene. I libri attuali, specialmente nell’Educazione Infantile e nelle prime lezioni della scuola primaria, “che è quando devono acquisire questa destrezza, non promuovono la scrittura. A mala pena scrivono in questi, e ciò è il motivo per il quale li abbiamo soppressi e sostituiti dall’elaborazione dei loro propri libri” spiega.
Nonostante la tendenza generale ad accantonare la scrittura a mano nell’educazione, altre iniziative cercano di impedire che si perda la calligrafia. Nella Comunidad di Madrid, per esempio, le prove di Lettura, Scrittura e Aritmerica (LEA) e la Prova di Conoscenza e Destrezza Indispensabili (CDI) includono dettati nella parte scritta. Inoltre, ogni anno si organizza un concorso di narrativa e poesia nel quale è obbligatorio scrivere a mano i lavori.