venerdì 28 agosto 2015
lunedì 18 maggio 2015
I QUADERNI STIMOLANO L'INTELLIGENZA DEI BAMBINI
Neurologi e psicopedagogisti allertano sul rischio di sostituire i quaderni con le nuove tecnologie.
E’ impressionante la facilità con la quale i più piccoli si adattano all”era digitale”. I più svegli, a soli tre anni sono capaci già di digitare il loro nome sul cellulare dei loro genitori e di inviarlo, insieme a numerose icone, con whatsapp, con orgoglio dei loro progenitori. Gli stessi programmi educativi promuovono sempre più l’utilizzo delle nuove tecnologie, in tal modo il tablet incomincia ad essere uno strumento altrettanto abituale come lo è sempre stato il quaderno.
Apparentemente, si potrebbe pensare che in questo modo
imparano prima a riconoscere le lettere e sembrerebbe che le lunghe ore che le
generazioni anteriori hanno investito in calligrafia siano di troppo. La
rapidità con la quale i computer entrano nelle aule riduce il tempo con il
quale i bambini devono sforzarsi a scrivere a mano. Però, questo ha
ripercussioni sul rendimento scolastico?
Neuroscienziati e psicopedagogisti se lo chiedono. Scrivere
a mano ha i suoi vantaggi rispetto all’uso della tastiera. Tra questi, facilita
un miglior riconoscimento dell’ortografia, una maggior fluidità delle idee al
momento di stendere un elaborato scritto, miglior
capacità di lettura e, inoltre potenzia la memoria.
Gli studi di neuroimmagine evidenziano che il cervello si
attiva maggiormente quanto si scrive piuttosto che quando si digita. Nel primo
caso si crea una rappresentazione interna delle lettere che coinvolge l’integrazione delle aree visive e motorie del cervello. Inoltre,
si attivano aree relazionate con la
ortografia, suono e significato delle parole. Queste aree si fondono con altre fondamentali nella produzione e comprensione del linguaggio, così come nella comprensione della
lettura, ciò potrebbe spiegare le abilità che si potenziano con la scrittura.
Al contrario, quando i bambini si limitano a digitare,
stanno semplicemente rappresentando nel loro cervello una mappa della tastiera, secondo uno studio dell’Università Indiana
pubblicato in “Frontiers and Psychology”.
Maggior sforzo
mentale
Imparare a scrivere a
mano è un processo più complesso che digitare alcune lettere ed esige un
maggior sforzo da parte del cervello. E’ necessario fare una rappresentazione mentale delle lettere
che si dovranno scrivere, e ciò suppone un maggior sforzo mentale che nel lungo
tempo è più proficuo, spiega Juan
Lupiañez, direttore del gruppo di Neuroscienze Cognitive dell’Università di
Granada. I caratteri che i bambini si sforzano di mettere per iscritto non sono
sempre uguali, come quelli della stampante, e anche questo li aiuta a
generalizzare e ad interiorizzare i caratteri essenziali con i quali si
rappresenta ogni lettera, indipendentemente dalla destrezza con la quale si rappresenti, aggiunge. Questo
apprendimento così profondo che propizia la scrittura li aiuta successivamente
a riconoscere meglio i segni che leggono, e per questo anche la comprensione
scritta aumenta.
E i vantaggi si estendono ben oltre i primi anni. Prendere nota con un computer è meno efficace per l’apprendimento che
farlo a mano, secondo uno studio pubblicato nella rivista “Psychological
Science”.
Coloro che prendono appunti a mano hanno un apprendimento più
profondo dei concetti, mentre coloro che digitano hanno un ricordo più
letterale, ma meno memoria degli
aspetti concettuali importanti della lezione, appunta Lupiañez, che lo ha
provato con i suoi alunni.
“Quando scrivi a mano non prendi nota di tutto, perchè non
c’è il tempo. In cambio, fai molti processi di integrazione e selezione di ciò che è importante ed
elabori il contenuto”.
“E’ preferibile la
scrittura a mano perché attiva più aree cerebrali”
Spiega. Al contrario, la tastiera facilita una scrittura
molto più rapida, perciò la tendenza è quella di prendere appunti alla lettera,
senza processare molto l’informazione. “A mano il processo è più dinamico,
poiché collochi frecce e vai integrando l’informazione che raccogli, qualcosa
che è più difficile fare con il computer”, spiega Lupiañez.
In ogni caso, segnala, l’importante è l’uso che si faccia
del computer, che può essere molto utile se si utilizza adeguatamente, perché
evita di memorizzare dati che si
possono cercare in internet, però esige avere le idee chiare per sapere come
trovarli.
“L’importante non è la scrittura a mano rispetto al
computer, ma piuttosto che a mano processiamo l’informazione in modo molto più
attiva rispetto all’uso della tastiera. Affinché il cervello apprenda devi
sfidarlo, metterlo al limite di ciò che conosce e ciò che non conosce. E’ in
questo modo che va acquisendo nuova
conoscenza in modo solido”, conclude.
Anche il psicopedagogista Pablo Canosa difende la scrittura
a mano, poiché “è sempre preferibile un processo che attivi più aree cerebrali,
poiché provoca miglior apprendimento, più
profondo e duraturo”. “Scrivendo a mano – spiega -, i movimento che dobbiamo
realizzare lasciano un’impronta motoria
nel cervello che facilita successivamente in riconoscimento delle lettere e
delle parole. Cioè, aiuta un miglior apprendimento della lettura”. Secondo
Canosa, professore nel Centro Universitario di Villanueva di Madrid e
vicedirettore didattico, “la
rappresentazione di ogni lettera, della sua grafia, si fissa molto meglio
scrivendo a mano che digitando sulla tastiera”.
Con la grafo
motricità, aggiunge, si sviluppa la discriminazione uditiva e visiva,
l’organizzazione spazio-temporale, la corretta pressione e prensione dello
strumento di scrittura e la padronanza della mano, tra le altre abilità.
“Imparare a scrivere non solo implica imparare le lettere e
i numeri, ma anche le abilità come il controllo motorio, la memoria e la
capacità di processare pensieri coerenti in un ordine logico”, sostiene Carmen
Pascual, la direttrice scolastica della scuola primaria Padre Coloma di Madrid.
Scrivendo a mano, fa notare, “si pensa di più a ciò che si
sta dicendo”. “La buona calligrafia riflette ordine, e non solo nella
scrittura, ma ordine nel risolvere i problemi della vita”, sostiene. I libri
attuali, specialmente nell’Educazione Infantile e nelle prime lezioni della
scuola primaria, “che è quando devono acquisire questa destrezza, non
promuovono la scrittura. A mala pena scrivono in questi, e ciò è il motivo per
il quale li abbiamo soppressi e sostituiti dall’elaborazione dei loro propri
libri” spiega.
Nonostante la tendenza generale ad accantonare la scrittura
a mano nell’educazione, altre iniziative cercano di impedire che si perda la
calligrafia. Nella Comunidad di Madrid, per esempio, le prove di Lettura,
Scrittura e Aritmerica (LEA) e la Prova di Conoscenza e Destrezza
Indispensabili (CDI) includono dettati nella parte scritta. Inoltre, ogni anno
si organizza un concorso di narrativa e poesia nel quale è obbligatorio
scrivere a mano i lavori.
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