martedì 29 gennaio 2019
REDIGERE UN TESTAMENTO VALIDO, SENZA NOTAIO: COME FARE?
mercoledì 16 gennaio 2019
ELISIR D'IMMORTALITA'
Uno dei progressi più significativi dell'Uomo è stata la scrittura, i cui albori affondano circa 4000 anni a.C.
Attraverso l'evoluzione della scrittura, egli è stato in grado di tradurre il pensiero, le cui qualità eteree, mobili, inafferrabili e declinate da colori emotivi, confondono la chiarezza del messaggio in esso contenuto. Affinché il messaggio contenuto nel pensiero fosse facilmente comprensibile dall'interlocutore, la scrittura si è strutturata progressivamente passando elaborati grafici come i grafemi, pittogrammi ad alfabeti, ognuno di questi sottostante a convenzioni e canoni riconosciuti in seno ad ogni cultura.
Il pensiero è dunque una facoltà intellettiva inafferrabile, complessa, articolata, le cui modulazioni variano secondo la personalità, la scolarità, la cultura, l'oggetto del pensiero. Spesso è una nebulosa che si va dissolvendo nell'atto stesso il pensiero stesso prende forma concreta "nero su bianco".
Ecco quindi che il processo cognitivo deve necessariamente subire una "manipolazione" espressiva, una trasformazione guidata dal pensiero stesso che diventa contemporaneamente oggetto (messaggio) e soggetto (elaboratore) della comunicazione. Del resto, se così non fosse, e se la scrittura traducesse "per filo e per segno" il pensiero astratto, dinamico e amorfo, essa non sarebbe sintatticamente comprensibile.
Se ne deduce che un processo cognitivo così complesso come il pensiero, ha potuto essere tradotto e formalizzato su carta, trasmettendosi non solo ad interlocutori diretti, ma anche ad un numero di persone più ampio. La conseguenza più importante è stata la testimonianza storica, pilastro della memoria storica e dunque della identità umana.
Con la nascita e lo sviluppo della scrittura, l'Uomo ha potuto trascendere i limiti dello spazio e del tempo, conferendo al pensiero i caratteri di ubiquità e di immortalità.
Dove sarebbe rimasta l'umanità se i grandi pensatori o scienziati, per esempio, non avessero espresso il loro pensiero su carta? Probabilmente la nostra conoscenza si sarebbe impoverita o smarrita nella staffetta della tradizione orale, la quale, contaminata da innesti culturali, avrebbe perso l'identità originaria.
Se è pur vero che la tecnologia è uno strumento che testimonia un'ulteriore tappa nell'evoluzione storica dell'umanità, dall'altra quest'ultima si sottomette progressivamente perdendone le caratteristiche di unicità.
Pure i contenuti del messaggio stesso restano virtuali, e la memoria aleatoria, dislocata in servers e suscettibile di perdita. E la forma? Ancor più impersonale, con una distorsione del linguaggio, della struttura grafica, ed un ricorso alla simbolizzazione archetipale stile pittogrammi. Ciò che è evidente è che l'identità dell'autore si fa sempre più incerta.
L'etereicità dello strumento informatico sta riportando l'Uomo verso l'etereicità del suo stesso pensiero, risalente all'era pre-egiziana; ed il progresso che si è costruito in sei millenni di storia, si sta dissolvendo in meno di un secolo.
Con l'illusione della rapidità e della globalità nella diffusione, la tecnologia spersonalizza, toglie anima e e forma al pensiero, ed in definitiva dissolve il ricordo stesso.
La soluzione?
Il nostro pensiero deve mantenere un'identità personale e storica, e noi dobbiamo lasciare traccia del nostro passaggio in questa vita. Per fare ciò, ritornare a scrivere a mano, ed esprimere le nostre idee su carta. La manoscrittura à un patrimonio dell'umanità, è testimonianza dell'umanità, è memoria dell'umanità... di quell'individuo che sceglie, lasciando traccia del suo passaggio, di rendere immortale se stesso.
Jennifer Taiocchi
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