DSA e disgrafia

I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO



I DSA sono una categoria diagnostica relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono al neurosviluppo (DSM 5, 2014) che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche connesse con le competenze strumentali e non con il funzionamento intellettivo in generale

I DSA si suddividono nelle categorie:

- DISLESSIA (disturbi della lettura, cioè della decodifica del testo)
- DISORTOGRAFIA (disturbi della scrittura, cioè della codifica fonoscopica e competenza ortografica)
- DISGRAFIA (disturbi della grafia, cioè dell'abilità grafo-motoria)
- DISCALCULIA (disturbi delle abilità di numero de di calcolo)

I DSA sono disturbi di origine biologica e associata a fattori genetici, epigenetici, ambientali, che colpiscono le capacità cerebrali di percepire e processare informazioni verbali e non verbali in modo efficiente e preciso (DSM 5, 2014).




LA DISGRAFIA



Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 5 (DSM 5), è indicato come "perdita di espressione scritta", intendendo una difficoltà motoria e cognitiva. Tale disturbo è inserito nella categoria dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA).

La disgrafia è una difficoltà esecutivo-motoria della scrittura che si ripercuote sulla fluidità e la qualità della scrittura. La disgrafia pura è in assenza di patologia psichiatriche o neurologiche, ed in presenza di un quoziente intellettivo nella norma in relazione all'età dell'individuo.

Le difficoltà di scrittura potrebbero nascondere un disagio di apprendimento che avrebbe ripercussioni sul rendimento scolastico, oltreché sul piano emotivo, cognitivo e comportamentale.

Nonostante più frequentemente sia un disturbo di prevalente interesse pediatrico, può interessare anche gli adulti. Una prima causa è una disgrafia d'infanzia che non è mai stata risolta, oppure una manifestazione in età adulta di patologie a carico prevalentemente del sistema nervoso centrale, in individui dalla grafia precedentemente normale (disgrafia secondaria).

La disgrafia viene spesso confusa con la disortografia, che invece è un'errore del codice linguistico che si manifesta con errori di ortografia. Spesso questo disturbo è secondario a deficit delle componenti centrali nel processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale in linguaggio scritto.

Le abilità necessarie per una corretta scrittura

La scrittura è un processo umano molto complesso e trasversale che si riconduce a più abilità contemporaneamente:
- coordinazione del movimento;
- orientamento e organizzazione spazio-temporale;
- coordinazione oculo-manuale;
- consapevolezza dello schema corporeo;
- memoria sequenziale;
- linguaggio;
- senso del ritmo
- processo di simbolizzazione;
- capacità di discriminazione suoni-segni

Come si manifesta la disgrafia?

I bambini con disgrafia non hanno un disturbo dello sviluppo motorio, ma piuttosto una difficoltà a pianificare i movimenti sequenziali e coordinarli al fine di avere una grafia armoniosa, fluida e leggibile.

Secondo Ajuriaguerra, la disgrafia si manifesta con le tre seguenti caratteristiche che ne compromettono la leggibilità:

- disorganizzazione nella gestione dello spazio;
- maldestrezza nella fluidità della scrittura;
- errori di forma e di proporzioni





A queste si aggiungono altre caratteristiche extra-grafiche, per esempio:
- scorretta impugnatura della penna
- livello di disegno e di copiatura di immagini geometriche inadeguato per l'età
- tensioni muscolari eccessive con affaticamento della mano e braccio

Le cause della disgrafia?

Le cause esatte della disgrafia non sono ancora state del tutto chiarite. Non è ancora noto se si tratti specificamente di un disturbo modulare dell’apprendimento o se esso riguardi invece, in modo più ampio, i sistemi percettivo e/o cognitivo (o entrambe le cose), infatti – a differenza della dislessia, della discalculia e della disortografia con la quale erroneamente è spesso identificata – la disgrafia coinvolge trasversalmente differenti competenze e può richiedere, oltre al trattamento specifico, anche un approccio terapeutico profondo. Le cause ipotizzate possono essere diverse e probabilmente più fattori agiscono contemporaneamente:
  • lesioni nervose;
  • turbe neurologiche minori (disfunzioni cerebrali minime)
  • deficit sensoriali e/o neuro-motori;
  • irregolarità della lateralizzazione
  • errata postura
  • errata percezione e organizzazione spaziale
  • problemi motori trascurati
  • emotività e stress psico-fisico;
  • malnutrizione per difetto.
Può concorrere ovviamente l’errato uso dello strumento scrittorio, insieme con la mancanza di una didattica adeguata e attenta a queste tematiche: sempre meno si insegna ai bambini “come” scrivere e ancor meno vengono impostati programmi mirati e duraturi di pregrafismo nelle scuole materne.

Conseguenze?

Una diagnosi tardiva di disgrafia, o ancor peggio una mancata diagnosi e quindi una sottovalutazione del problema ha sempre delle ripercussioni sullo sviluppo psicologico e comportamentale del bambino.



Il bambino, non compreso, avrà un rendimento scolastico deficitario, con rallentamento dell'apprendimento, sforzo e difficoltà a portare a termine i lavori scolastici. Ne consegue una perdita di autostima, ansia, sentimento di inferiorità e di fallimento in relazione ai suoi coetanei. Il rischio dell'abbandono degli studi è elevato, accompagnato da possibili disturbi dell'umore come la depressione e l'isolamento sociale.

Come fare diagnosi?

La disgrafia può essere diagnosticata solo a partire dal terzo anno di scuole elementari, quando il processo neuro-evolutivo del bambino ha raggiunto uno stadio di automatismo e fluidità della scrittura da poterne valutare le possibili difficoltà.

Una diagnosi di disgrafia deve necessariamente escludere altre patologie neurologiche o psichiatriche che potrebbero nascondersi dietro i deficit di apprendimento. Per questo motivo, la diagnosi deve essere formulata da uno specialista della neuropsichiatria infantile oppure un neuropsicologo.

Il ruolo degli insegnanti è FONDAMENTALE, al fine di cogliere i primi segnali d'allarme ed intervenire il prima possibile a sostegno del bambino in difficoltà.



La terapia della disgrafia

Tenuto conto che la disgrafia è un disturbo dell'esecuzione neuro-motoria della scrittura, la terapia si fonda su due approcci:

1) Strumenti di rieducazione: attraverso un accompagnamento professionale di un grafologo specializzato in rieducazione della scrittura, attraverso esercizi e giochi, vengono rinforzate e consolidate le abilità scrittorie, agendo non soltanto sulle componenti neuro-muscolari, ma di coordinazione del gesto ovulo-manuale, esercizi di memoria, di rilassamento, e di coordinazione motoria nel senso più ampio del termine.



2) Strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge 170/2010, secondo cui si stimola il bambino all'uso degli strumenti informatici (soprattutto il computer) e si agevola allungando i tempi delle verifiche scritte.

Vale la pena sottolineare che le potenzialità del bambino su tutti i piani dell'apprendimento vanno agevolate e sviluppate, poiché le probabilità di risoluzione della disgrafia sono molto elevate se il bambino viene compreso, indirizzato, e gratificato. Le abilità possono potenziarsi, a favore di un miglioramento nel rendimento scolastico, ma soprattutto nella propria autostima!
Pertanto, limitarsi a rimpiazzare la difficoltà con uno strumento tecnologico, senza accompagnarlo in un percorso rieducativo finalizzato, equivale a mettere una "protesi" alla sua intelligenza, senza risolvere il problema di fondo, e mantenendo invece il sentimento di inferiorità e di dipendenza del bambino dallo strumento informatico.


Comorbidità

La disgrafia può essere accompagnata da deficit in altre competenze linguistiche:

- Dislessia: minore correttezza e rapidità della lettura ad alta voce rispetto all'età anagrafica ed istruzione ricevuta;

- Disturbi del linguaggio: difficoltà ad apprendere nuove parole, utilizzare una grammatica corretta e trasferire i pensieri in parole;

- Disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD): difficoltà a mantenere l'attenzione e la concentrazione, impulsività e iperattività.


Non bisogna temere una diagnosi di disgrafia "pura", cioè senza disturbi neurologici associati. La disgrafia, in definitiva, è l'espressione di una sofferenza nello sviluppo del bambino. Il mancato riconoscimento di questa sofferenza, è generatore di ulteriore e più grave difficoltà psicologico-comportamentale che si può protrarre per tutta la vita con ripercussioni sulla vita lavorativa e personale.
La bella notizia? E' possibile superare egregiamente queste difficoltà, con l'ausilio di professionisti competenti, con la pazienza, la comprensione e la fiducia nel bambino.